La nostra storia

Ai primi dell’800 dal Ticino, terra fra l’ altro di abili arrotini, vi fu un’emigrazione verso la Toscana e particolarmente a Livorno dove il porto dava una maggiore attrattiva di lavoro rispetto ad altre città della regione.
Comunque anche a Firenze giunse un cospicuo numero di ticinesi che si dedicò in generale alla ristorazione ed in particolare all’ affilatura ed alla vendita dei ferri taglienti e fra questi vi era anche Giuseppe Antonio Bianda proveniente da Locarno dove tutt’ora esiste in Piazza Grande una coltelleria Bianda gestita dal discendente Fabio.

La coltelleria Bianda di via della Vigna Nuova,fondata da Giuseppe Antonio Bianda il 5 Luglio 1820,come risulta da contratto sottoscritto dal notaio Francesco Poggesi all’ epoca di Ferdinando III Granduca di Toscana ( il contratto è gelosamente custodito dalla famiglia ed è opera di un abile amanuense dell’ epoca), iniziò la propria attività esercitando inizialmente l’arrotatura di attrezzi per l’agricoltura e l’artigianato. Successivamente fu introdotto il commercio di qualche coltello da tasca, allora usato sul posto di lavoro per frugali pasti a base di pane e formaggio.

Ai primi del Novecento Anatolio Bianda, pronipote del fondatore potenzio l’ attività di vendita con un più vasto assortimento di coltelleria di produzione sia italiana che straniera, incoraggiato anche dalle richieste che pervenivano sia dalle facoltose famiglie piemontesi rimaste in città dopo Firenze capitale che da i numerosi stranieri, principalmente inglesi che abitavano sulle splendide colline fiorentine.

Alla prematura scomparsa di Anatolio Bianda, subentrò il suo braccio destro e genero Gino Eletti che, superati gli anni terribili della seconda guerra mondiale, ampliò il settore dell’ arrotatura dei ferri taglienti specializzandosi nel ramo ospedaliero, divenendo ben presto un punto di riferimento degli ospedali operanti nel territorio. Successivamente realizzò un settore specifico di prodotti da barba e profumeria maschile con importazione anche dagli Stati Uniti molto in voga nell’ epoca.

All’ inizio degli anni novanta subentrò al padre nella gestione del negozio la figlia Mara (e si giunge così alla quinta generazione) coadiuvata dal figlio Lorenzo. Mara porta una ventata di dinamicità potenziando i settori di vendita che comprendono non solo una selezionata varietà di coltelleria da cucina, da tavola e sportiva e di marche prestigiose dalle tedesche alla giapponesi ma anche, e per l’ epoca era una rara novità, commercializzando i primi coltelli in ceramica made in Japan. Mara intuisce inoltre, fin dalle prime mostre la potenzialità di vendita che poteva avere su una selezionata fetta di mercato il coltello “custom ” (coltelli realizzati in esemplari unici da abili coltellinai-artisti).

Nella sua costante presenza alle varie manifestazioni italiane ed estere ha aiutato la “nascità” di moltissimi artigiani alcuni adesso tra i più noti in campo europeo, dimostrando un’ acuto intuito in questo settore di nicchia che crea oggetti stupendi per un collezionismo di alto livello. I titolari sono grandi appassionati e conoscitori di questo settore che curano con grande professionalità con contatto diretto con gli artisti coltellinai.

Il negozio è attualmente gestito da Lorenzo, figlio di Mara (e siamo alla sesta generazione) che prosegue nel solco della tradizione di famiglia, lasciando inalterato il caratteristico assetto di bottega artigiana, nella quale convive l’ abilità manuale dell’ affilatura dei ferri taglienti con la vendita al pubblico di una grande varietà di coltelleria e di altri oggetti di uso quotidiano come pennelli da barba, rasoi a mano libera, forbici, tronchese da manicure e pedicure ed infine un settore dedicato unicamente all’ igiene maschile dove si evidenziano, fra l’ altro, profumi e creme da barba inglesi.

Esiste infine una stupenda raccolta di documenti e foto del passato, compreso l’ originale del contratto del 5 luglio 1820, che illustrano la storia di questa antica bottega artigiana inserita dal Comune di Firenze nell’ albo dei negozi storici della città